La presa del potere

I Gonzaga capitani del popolo

1. Piazza Sordello e i suoi edifici
2. Duomo di Mantova
3. Museo Diocesano
4. Chiesa di S. Francesco
5. Santuario S. Maria delle Grazie a Curtatone

I Gonzaga, proprietari terrieri cresciuti all’ombra del monastero di San Benedetto Po, balzano sulla ribalta della storia nella notte del 16 agosto 1328, organizzando una rivolta contro la famiglia che deteneva il potere sulla città di Mantova, i Bonacolsi. Questi ultimi furono costretti a cedere gran parte degli edifici da loro costruiti e occupati sull’attuale piazza Sordello (1) . I Gonzaga, nel corso di più di un secolo, procederanno a demolire gran parte degli edifici che invadevano la piazza stessa, corrispondente all’antico insediamento etrusco e poi romano. Indicata all’epoca come Piazza S. Pietro, dall’intitolazione del Duomo, che vi si affaccia, la piazza introduce anche a Palazzo Ducale. Quest’ultimo si presenta sul lato orientale attraverso due edifici merlati, la Magna Domus e il Palazzo del Capitano, che dialogano con i palazzi sul lato occidentale della piazza, anch’essi merlati e tardo-duecenteschi: Palazzo Acerbi-Cadenazzi, a ridosso dell’arcone di uscita, e Palazzo Bonacolsi-Castiglioni. Di questo edificio fa parte una casa-torre, affacciata sullo stretto vicolo Bonacolsi, e collegata con un cavalcavia a Palazzo Uberti, appartenuto a una famiglia di esuli fiorentini. E quindi, grazie ai due imponenti telamoni che reggono il balcone, si segnala Palazzo Bianchi, sede del Vescovo di Mantova da fine ‘800, di gusto tardobarocco. Allo stesso linguaggio appartiene la possente facciata del Duomo di Mantova (2) , realizzata tra il 1756 e il 1761 dall’architetto Niccolò Baschiera per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Notiamo tuttavia che il fianco destro è di gusto tardo-gotico (fine XIV secolo), mentre il campanile è romanico (XII secolo) e forse la base risale a una fortificazione romana.


Km complessivi dell’itinerario da Mantova a Grazie di Curtatone: 12 km

Durata
Compresa la visita a: Duomo di Mantova, Museo Diocesano, Palazzo d’Arco, Chiesa di S. Francesco, Santuario S. Maria delle Grazie: 3 h

DA NON PERDERE

  • In Duomo, fra la prima e la seconda cappella di destra è esposto un sarcofago paleocristiano del IV-V secolo d.C. che, sul coperchio, reca scolpita la Natività. Si tratta di uno dei primi esempi conosciuti dell’iconografia alla base del Presepe.
  • Al Museo Diocesano e a Maria delle Grazie sono presenti due coccodrilli impagliati, il primo esposto nella sala delle armature, il secondo appeso alla volta del santuario. Quest’ultimo venne catturato nel vicino lago, sfuggendo dalla riserva di animali esotici che i Gonzaga avevano creato nel bosco della Fontana. Incatenato in chiesa, significava la vittoria di Dio sul demonio e le sue tentazioni.
  • Nel giardino di Palazzo d’Arco, al di là dell’esedra semicircolare, è visibile un fabbricato appartenuto alla famiglia Della Valle, al cui interno fu affrescata, intorno al 1520, la Sala dello Zodiaco. Autore ne fu Giovanni Maria Falconetto, artista di provenienza veronese, che, su modello della Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, immaginò un loggiato oltre il quale si snoda il ciclo dei mesi, descritto attraverso episodi mitologici, architetture reali e fantastiche e riferimenti astrologici.

Info e contatti

DUOMO DI MANTOVA (Piazza Sordello)
Tel. 0376 320220
www.diocesidimantova.it

MUSEO DIOCESANO “FRANCESCO GONZAGA” (Piazza Virgiliana n. 55)
Tel. 0376 320602
E-mail: info@museofrancescogonzaga.it
www.museofrancescogonzaga.it

PALAZZO CANOSSA
di proprietà privata

PALAZZO D’ARCO (Piazza Carlo d’Arco n. 4)
Tel. + 39 0376 322242
E-mail: info@museodarcomantova.it | segreteria@museodarcomantova.it
www.museodarcomantova.it

CHIESA DI S. FRANCESCO (Piazza S. Francesco n. 5)
Tel. 0376 325455
E-mail: mantova@fratiminori.it
www.sanfrancescomantova.it

SANTUARIO S. MARIA DELLE GRAZIE A CURTATONE (Piazzale Santuario)
Tel. 0376 349002
E-mail: santuariodellegraziecurtatone@gmail.com
www.santuariodellegraziecurtatone.it

Per saperne di più

Lasciandosi alle spalle Piazza Sordello (1) e scendendo lungo Via Cairoli si giunge in Piazza Virgiliana, fatta realizzare nel 1797 da un generale napoleonico, per onorare la memoria del grande poeta latino, nato nei pressi di Mantova. Per secoli quello spazio verdeggiante era stato un porto, l’Ancona di Sant’Agnese. E infatti l’attuale Museo Diocesano “Francesco Gonzaga” (3), che si incontra procedendo a sinistra rispetto all’imbocco della piazza stessa, si è installato dal 1983 al primo piano del monastero di S. Agnese. È dedicato al venerabile Francesco Gonzaga, che fu vescovo di Mantova dal 1593 al 1620, anno della sua morte. Il museo contiene sinopie e affreschi di Mantegna e Correggio, marmi e avori medievali, smalti di Limoges, tele rinascimentali e barocche, arazzi e preziose oreficerie gonzaghesche. Il maggior motivo di richiamo del museo stesso è costituito da un cospicuo nucleo di armature quattrocentesche, provenienti dal Santuario delle Grazie di Curtatone, che rappresenta la tappa finale di questo itinerario.

Proseguiamo dunque ancora a sinistra oltre il museo diocesano, imboccando Via Virgilio, superando l’ampia Via Cavour, per ritrovarsi, attraverso Vicolo Albergo, in Piazza Matilde di Canossa, dominata dall’omonimo palazzo, che tuttavia prende nome dalla famiglia dei proprietari, provenienti da Verona. I Canossa lo fecero costruire nel 1659. Di un secolo esattamente successiva (1759) è la chiesetta che fronteggia il palazzo, dedicata alla Madonna del Terremoto, a ricordo di un terremoto che nel 1693 scosse la città. Proseguendo a destra, in Via Fernelli, si giunge in Piazza d’Arco, a cui fa da sfondo un altro magnifico palazzo. Palazzo d’Arco (1782) mantiene intatti arredi e collezioni, fra cui una notevole pinacoteca e una cucina ancora completa di ogni sorta di casseruole e stampi in rame. Proseguiamo ancora qualche decina di metri in Via Scarsellini, per tornare al passato gonzaghesco. La Chiesa di S. Francesco (4), edificata nel 1304, contiene la cappella Gonzaga, luogo di sepoltura di molti membri della famiglia. Lo stato frammentario delle decorazioni è dovuto alle vicissitudini che la chiesa stessa ha dovuto affrontare: in epoca napoleonica (1797) fu saccheggiata e trasformata in magazzino militare, durante la seconda guerra mondiale ha subito un bombardamento ed è stata di seguito ripristinata.

Proseguendo per Via Solferino e S. Martino, si passa di fronte alla stazione ferroviaria e si tiene la Strada Provinciale ex Strada Statale 10 in direzione di Curtatone, per giungere in località Grazie, all’interno della riserva regionale Valli del Mincio. La meta finale del nostro itinerario è costituita dal Santuario di Santa Maria delle Grazie (5), che si erge sereno in mezzo alle canne palustri. Fu voluto da Francesco I Gonzaga per ringraziare la Vergine della cessazione di una pestilenza e il progetto è attribuito a Bartolino da Novara, lo stesso architetto del Castello di S. Giorgio di Mantova. Fu dunque costruito fra il 1399 e il 1406 in stile tardogotico. L’interno, a navata unica, presenta volte a crociera ornate da bei motivi floreali. Al 1517 risale la pittoresca impalcata che copre le pareti, pensata dal priore del santuario per riordinare la grande massa di offerte votive che affollavano la navata stessa. La struttura lignea contiene numerosi manichini in cartapesta, legno e cera risalenti al XVI/XVII secolo. Fra loro sono state ritrovate le armature oggi esposte al Museo Diocesano. Il sagrato del santuario stesso è famoso perché ogni anno, il 15 agosto, vi si svolge il raduno internazionale dei “madonnari”, pittori di strada che con i loro gessetti colorati rivestono il piazzale di soggetti sacri d’invenzione o desunti da celebri opere d’arte.